Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel Numero 170 – Primavera 2022, Politica | 0 commenti

La recidiva del male

La recidiva del male

Il fatto è che ogni anno si tornano a dire, e a scrivere, più o meno le stesse cose. Uno stato bombarda un altro stato perché dice di voler liberare gente che parla la sua lingua, mentre incarcera o costringe all’esilio gente che non solo parla la sua lingua ma che di quel primo stato è cittadino. Un governo da qualche parte decreta norme retrograde o restrittive; un’autorità giudiziaria o militare da qualche parte estingue le garanzie democratiche consegnando un paese alla dittatura senza maschera; un capo di stato da qualche parte fa lanciare bombe di prova, mentre un altro capo di stato da qualche altra parte fa lanciare bombe per davvero; una fazione fa trucidare un’altra fazione, un territorio si dilania in una guerra di tutti contro tutti. Queste sono notizie più o meno giornalistiche: mettiamo in fila, seguendo quanto appena scritto, servizi su Russia e Ucraina, Ungheria e Stati Uniti d’America, Turchia e Venezuela, Corea del Nord e Iran; Libia, Siria, Yemen, territori palestinesi, buona parte dell’Africa centrale. E poi tutto il resto, eh, che questa è solo una breve introduzione a una breve trattazione, un teaser per un follow up senza politica ma con ciò che ci accade da vicino.

***

 Da noi cominciano gli sbarchi di migranti, e un po’ al largo delle coste cominciano a morire i migranti in mare. A volte lo sappiamo, a volte no. Ci siamo abituati; certo che ci siamo abituati, succede ogni anno con l’arrivo della primavera, ma il nostro interesse sta nel primo tepore del sole e, più, in tutta una serie di cose inutili. La televisione manda messaggi rassicuranti: c’è la crisi ma ne usciremo, la patria è forte e si unisce intorno alle tragedie di eventi naturali o di violenze illegali, i consumi pian piano ripartono, ci sono un sacco di cuochi che cucinano cose belle a vedersi, il pallone, le scarpe di marca comprate ai saldi. In televisione ognuno ha il suo ruolo; i vecchi professori dicono cose sagge, le giovani donne mostrano il sedere, chi manifesta su Rete4 è un bravo cittadino frustrato dal malgoverno comunista e chi manifesta in piazza è un violento comunista blecblòc, i cristiani voglion bene a tutti e i musulmani sono cattivi con tutti, i razzisti dicono di non esserlo perché vogliono solo la tutela degli italiani a casa loro e allora su questo tutto il panorama politico s’appiattisce in un sol coro: primalitagliani!

In un simile rintronamento da pensiero rivolto altrove, intanto, le persone continuano a morire. Sappiamo perché fuggono, sappiamo i rischi che corrono, sappiamo quanti muoiono nei tragitti che debbono compiere per salvarsi da una morte certa, dal dolore certo, dall’umiliazione certa.

***

Chi comprende l’ingiustizia diffusa che regola le vite di queste persone, allora, unisca alla compartecipazione dello spirito un moto del cuore, di modo da essere pronto a indignarsi con tutta la voce che ha in petto per mostrare quanto sia già abbastanza grave che non facciamo tutto il possibile per aiutare ogni essere umano in difficoltà. Una gravità che diventa intollerabile quando oltretutto disprezziamo l’altro; e il disprezzo sta anche nell’ignorare. È una recidiva del male per cui non c’è condanna, per cui non c’è pena, per cui non c’è aggravante, per cui non c’è che il pieno senso di disgusto che provoca l’inumanità tollerata.

***

È bello sentire il tepore del sole nella primavera. È bello per ogni essere umano, se è vivo e non ha grandi ferite addosso. Il tepore del sole nella primavera non accarezza solo i volti di chi possiede denaro e garanzie, e ci offre la dimostrazione che ogni essere umano, sul suo pianeta, ha diritto a essere libero e difeso dal male.

 

1° aprile 2022

 

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>