Meno assunzioni e più licenziamenti, strani effetti del Jobs Act
Stando alle fonti ISTAT, da gennaio a settembre le assunzioni sono calate dell’8,5%. Tale flessione è decisamente più concreta per i contratti a tempo indeterminato, dove per i primi mesi dell’anno il segno meno schizza al 33%. Analizzando questi dati, non va dimenticato che dal 1°gennaio 2016 si sono ridotti gli sgravi ed i relativi benefici fiscali per imprese e datori di lavoro intenzionati ad assumere. Purtroppo si è anche avverato ciò che i più pessimisti temevano con l’aumentano dei licenziamenti per giusta causa e per giustificato motivo soggettivo +31% rispetto all’anno passato. Dicevamo bene qualche tempo fa su L’Arengo, per valutare correttamente gli effetti del Jobs Act occorre aspettare almeno 3 anni e ad oggi anche se un tempo ci raccontavano che “l’ottimismo è il profumo della vita” le premesse non sono certo delle migliori. Analizzando i documenti dell’Istat c’è da constatare con un po’ di preoccupazione, l’esplosione definitiva dei voucher ossia i “buoni lavoro orari” dal valore nominale di 10 Euro (acquistabili anche nelle tabaccherie…) nati allo scopo di regolamentare il lavoro domestico. Inizialmente liberalizzati, tramite il Jobs Act, poi soggetti ad una manovra correttiva che ad oggi impone al datore di lavoro prima del loro utilizzo l’obbligo di comunicazione preventiva. In 10 mesi ne sono stati venduti più di 96 milioni, forse un po’ troppi, evidentemente qualcuno ne abusa…sembra che alcuni supermercati abbiano iniziato ad utilizzarli per pagare i cassieri della domenica (un tempo assunti con regolare contratto par-time). Il voucher rischia infatti di diventare il nuovo strumento di precarizzazione permanente.
In mezzo a tutti questi dati, inevitabilmente l’economia non decolla e la crescita è più lenta di quanto si aspettava. Verso la metà del mese di ottobre il governo ha dato il libera alla Cassa Integrazione Straordinaria in deroga per le imprese operanti in aree di crisi industriale (Termini Imerese, Piombino, Gela solo per citarne alcune). Si è ripetuto all’infinito che le imprese assumeranno perché grazie al Jobs Act saranno sicure di essere libere di licenziare. Per ora tanti slogan e pochi fatti. Ad majora!