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Scritto da nel Arte e Spettacolo, Numero 140 - 1 Maggio 2017 | 0 commenti

Cento opere di Depero a Mamiano di Traversetolo e Castello di Torrechiara

Cento opere di Depero a Mamiano di Traversetolo e Castello di Torrechiara

Chi come me ama il futurismo non può perdere (a meno che non si perda nei campi nel tentativo di raggiungere la Villa fuori mano) la mostra dedicata al dinamico, poliedrico, brillante Fortunato Depero (Fondo 1892 – Rovereto 1960).

Dal 18 marzo al 2 luglio 2017 oltre cento opere tra dipinti, le celebri tarsie in panno, i collage, abiti, mobili, disegni, progetti pubblicitari, per celebrare il geniale artefice di un’estetica innovativa che mette in comunicazione le discipline dell’arte, dalla pittura alla scultura, dall’architettura al design, al teatro sono ospitati nella Villa della Fondazione Magnani Rocca.
La mostra è articolata in cinque capitoli:
Irredentismo e futurismo. La formazione alla Scuola Elisabettina e l’adesione futurista
Teatro magico. Chant du rossignol, Balli plastici, Anihccam
La Casa del mago. La produzione artistica tra design e artigianato
New York. Depero Futurist House
Rovereto. Verso il museo a interpretare il percorso futurista dell’autore, analizzandone i ruoli peculiari di sperimentatore, scenografo, mago, pubblicitario e infine maestro.
L’esposizione prende avvio dai primi passi dell’artista in Irredentismo e futurismo, dagli esordi roveretani fino al periodo romano quando, nel 1915, firma con Giacomo Balla il manifesto Ricostruzione futurista dell’universo, che custodisce il sogno di un’opera d’arte totale, capace di inglobare tutti i linguaggi della ricerca artistica.
Il teatro magico inizia col balletto Chant du rossignol commissionato nel 1916 a Depero da Sergei Diaghilev, e prosegue coi Balli plastici, nati dalla collaborazione con Gilbert Clavel. Il movimento sulla scena dell’automa è meccanico e rigido, le marionette riportano ai valori dell’infanzia, del sogno, del gioco, del magico.
A Rovereto nel 1919, finita la guerra, Depero dà vita a un suo grande sogno, quello di aprire una Casa d’arte futurista,specializzata nel settore della grafica pubblicitaria, dell’arredo e delle arti applicate e, in particolare, in quello degli arazzi. Dal 1921 la casa d’arte, grazie all’apporto della moglie Rosetta Amadori e di alcune lavoranti, lavora a pieno ritmo, creando una importante produzione artistica differenziata.
Nel 1928, dopo i successi ottenuti nelle principali esposizioni nazionali e internazionali, Depero e Rosetta si trasferiscono a New York. Il loro soggiorno negli Stati Uniti dura ventiquattro mesi, dal novembre 1928 all’ottobre 1930. Qui l’artista apre la Depero’s Futurist House, una sorta di filiale americana della casa d’arte di Rovereto. Incontra dopo dieci anni Leonide Massine direttore artistico del Roxy Theatre che lo coinvolge come scenografo.
Negli anni cinquanta, al ritorno da un secondo viaggio negli Stati Uniti, l’artista progetta e realizza, grazie anche alla collaborazione del Comune di Rovereto, il primo museo futurista, una insolita e originale consacrazione della sua opera.

Per quanto mi riguarda devo segnalare il formidabile manifesto pubblicitario della celeberrima Magnesia San Pellegrino a forma di intestino stilizzato col robot che spinge nel tubo, lo Studio del Mago e tante opere variamente colorate con tubi e robot che si immaginava avrebbero caratterizzato il futuro, che però per ora non si è ancora avverato…

Per le informazioni pratiche consultate il sito www.magnanirocca.it/depero/

A pochi minuti dalla Villa, facilmente raggiungibile per la sua imponenza sulla valle, c’è il Castello di Torrechiara, da non perdere una volta arrivati fin laggiù.

Sorge nel Comune di Langhirano, famoso per i suoi prosciutti. Già menzionato nel XI secolo come Torclara, il Castello di Torrechiara fu ricostruito tra il 1448 e il 1460 da Pier Maria Rossi in onore dell’amata Bianca Pellegrini, divenendo sontuosa dimora.
Il castello conserva perfettamente la sua mole di epoca tardomedievale a forma quadrata, compresa tra quattro torri e imponente cortina muraria merlata. Vi si accede tramite una lunga entrata coperta che conduce al cortile d’onore, dove è collocata la piccola chiesa di San Nicomede il cui portone è borchiato con i monogrammi di Bianca e Pier Maria.
All’interno, l’antica cucina, la stanza di Giove, del Pergolato, dei Paesaggi, della Vittoria, degli Angeli, del Velario e degli Stemmi presentano affreschi realizzati in epoca sforzesca da Cesare Baglione. Al piano superiore spicca la sala Degli Acrobati, decorata da artisti della scuola del Baglione e dal Paganino.

Particolare attenzione merita la Camera D’Oro, il cui nome deriva dalle foglie di oro zecchino che un tempo rivestivano le formelle alle pareti. La stanza conserva ancora oggi un raro ciclo di affreschi attribuito a Benedetto Bembo raffigurante scene del rituale dell’amore cavalleresco e la celebrazione del legame tra Bianca e Pier Maria. Vi si riconoscono gli stemmi dei due amati, due cuori con le frasi Digne et in aeternum (degnamente e in eterno) e Nunc et semper (ora e per sempre), a testimonianza dell’eternità del loro amore terreno. La Camera d’Oro si affaccia su un ampio loggiato realizzato a fine Quattrocento, quando il castello perse le originarie funzioni militari e si trasformò in dimora.

Al piano superiore è indispensabile affacciarsi dalla loggia che gode di una superba vista sulla valle del Parma, con la strada percorsa da automobiline che sembra proprio una di quelle del Miniatur Wunderland di Amburgo, paragone stimolato anche dal fatto che siamo in un Castello completo, ma di dimensioni decisamente contenute.

Per altre informazioni si consulti il sito:

http://www.turismo.comune.parma.it/it/canali-tematici/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/castelli-torri-campanili/castello-di-torrechiara

 

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