Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel Il Mondo nel Pallone, Numero 141 - 1 Giugno 2017 | 0 commenti

La salvezza del Crotone, il capolavoro di Nicola

La salvezza del Crotone, il capolavoro di Nicola

Esattamente un anno fa scrivevo sull’Arengo della straordinaria promozione del Crotone nella massima serie (http://www.larengodelviaggiatore.info/2016/05/lalchimia-del-crotone-calcio-volato-in-serie-a/). A dodici mesi di distanza, c’è da commentare un’altra impresa storica dei rossoblù, se possibile ancora più entusiasmante, che segna il riscatto di una regione intera (e di tutto il meridione, se si considera che è stata resa possibile dalla decisiva vittoria all’ultima giornata del già retrocesso Palermo contro il concorrente Empoli. Bravi i rosanero a dare dimostrazione di genuina lealtà sportiva, che potrebbe costare al Palermo 15 milioni di euro per l’assurdo meccanismo del “paracadute” qualora il prossimo anno non dovesse centrare la risalita in serie A).

Si badi bene, il riscatto è solamente calcistico. Nel frattempo, ancora più giù frana la Calabria e in particolare l’area crotonese: basti pensare all’inchiesta “Jonny” che ha messo in luce la gestione malavitosa del Centro di Accoglienza per i Richiedenti Asilo di Isola Capo Rizzuto, uno dei più grandi d’Europa, coordinata da un uomo potente come Leonardo Sacco, governatore della Misericordia Calabria, e dal parroco don Edoardo Scordio). Oppure alla disastrosa situazione dei trasporti: una ferrovia, quella jonica, ancora abbandonata a se stessa (nonostante i finanziamenti in arrivo), un aeroporto quasi chiuso (il Sant’Anna), la viabilità stradale al collasso. Di tutto il resto, nella regione più povera d’Italia, si potrebbe scrivere pagine su pagine.

Ma adesso è giusto celebrare una squadra che ha raggiunto un risultato clamoroso, stavolta davvero contro tutto e tutti. Prima di tutto, contro se stessa: il pasticcio dello stadio, inagibile per le prime giornate di campionato a causa di lavori programmati tardi e male, che ha costretto i rossoblù a giocarsi le prime importanti sfide contro dirette concorrenti per la salvezza nel deserto di Pescara. Fattore che ha inoltre causato malumori fra il pubblico. Poi, contro la sorte: tantissime partite perse all’ultimo secondo. Quindi, contro gli arbitri: troppi i torti subiti nel corso del torneo. Ancora, contro tutti quei calciatori che sia in estate sia nel mercato di gennaio si sono rifiutati di accasarsi al Crotone ritenendola una piazza scarsa, già spacciata.

Invece ci hanno creduto fino all’ultimo mister Davide Nicola, uomo determinato, coraggioso, dalle qualità più uniche che rare, e società. E poi un gruppo di calciatori che non ha mai smesso di gettare il cuore oltre l’ostacolo per tutta la stagione. Un’opera certosina, quella del grandioso Nicola, un capolavoro che ha favorito un’evoluzione costante. Solo una lucida follia poteva consentire di crederci ancora dopo i 9 punti raccolti nel girone d’andata.

Invece, dopo l’ennesima sconfitta all’ultimo secondo contro la Fiorentina in casa, l’ingranaggio si è maledettamente innescato. Nelle ultime giornate, il Crotone è stato una forza della natura. L’allenatore e la squadra non si curavano delle imprese dell’Empoli, che nel frattempo si era risvegliato e vinceva a Firenze con un rigore inesistente in zona Cesarini e a San Siro contro il Milan che a sua volta sbagliava un rigore e colpiva una traversa nei secondi finali. I punti di distacco sembravano non colmarsi, il destino sembrava inevitabile.

Così non è stato. Il Palermo dimostrava come le rivalità fra tifoserie non contano nulla quando c’è da onorare un campionato. E che bello sentire esultare i pochi tifosi rosanero al “Barbera”, un tempo “nemici” acerrimi dei rossoblù (per via del gemellaggio tra Catania e Crotone), ad ogni rete del Crotone allo Scida.

A decidere l’ultimo match – come in una favola ma che della favola ha solo il lieto fine, perché tutto è stato frutto unicamente del lavoro – Andrea Nalini, con un’indimenticabile doppietta. Uno che fino a qualche anno fa lavorava in fabbrica perché il mestiere del calciatore, nei dilettanti, non era sufficiente a sbarcare il lunario.

Meno male che ci sono imprese come quelle del Crotone. A dare giustizia ad uno sport, il calcio, che solo ed esclusivamente in storie come queste può essere ispirazione nella vita di tutti i giorni.

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>