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Scritto da nel Numero 98 - 1 Aprile 2013, Scienza | 0 commenti

Troppi buchi nella rete

Troppi buchi nella rete

In una recente audizione alla Camera degli Stati Uniti, il direttore della Nasa, Charles Bolden, alla domanda su come evitare che un asteroide colpisca una grande città ha risposto laconicamente “ Pregare “.

Da una simile considerazione si può immaginare come l’ incontro, organizzato dopo l’ allarme suscitato dalla pioggia di meteoriti che a metà febbraio ha investito la regione russa di Chelyabinsk, un migliaio di chilometri a est di Mosca, non abbia avuto un esito molto incoraggiante.

Secondo le stime dell’ Ente spaziale americano con gli attuali sistemi di rilevamento è possibile avvistare i NEO (Near Earth Object) con diametro superiore al chilometro. Sono i corpi celesti più pericolosi, il loro impatto con la terra non  ci lascerebbe scampo. Quasi tutti questi oggetti spaziali sono monitorati, ne rimane fuori controllo una piccola percentuale che da un punto di visto statistico rappresenta un rischio trascurabile.

Le cose si complicano quando si tratta di scovare asteroidi più piccoli. In particolare quelli inferiori ai cinquanta metri di diametro, il corpo roccioso esploso sopra il cielo di Chelyabinsk aveva le dimensioni di un autobus, che sono praticamente invisibili ai telescopi fino all’ ultimo momento.

Il loro potenziale distruttivo non è tale da annientare la razza umana. L’ impatto riguarderebbe un’ area circoscritta, anche se le conseguenze sarebbero comunque nefaste per gli eventuali abitanti. Non a caso questi proiettili cosmici sono stati battezzati city killers, ammazza città.

Nel corso della sua vita la Terra è stata ripetutamente bersagliata da proiettili cosmici, secondo alcuni scienziati la Luna sarebbe nata dal materiale terrestre scagliato nello spazio dopo il violento impatto con un grosso asteroide.

La crescita esponenziale di zone densamente popolate, conseguenza della continua urbanizzazione, sta estendendo le aree dove l’ ipotetico impatto di un corpo celeste avrebbe conseguenze drammatiche. Basta pensare a cosa sarebbe accaduto se il famoso meteorite di Tunguska fosse precipitato su una città.

Nonostante il fatalismo mostrato da Bolden, l’ eventualità di eventi del genere è piuttosto remota. Sono molto più frequenti calamità di origine terrestre come terremoti e uragani.

La Nasa ha comunque avanzato una proposta per mettere una pezza alle falle dell’ attuale sistema di avvistamento di eventuali minacce dallo spazio. Si tratta della messa in orbita intorno a Venere di un telescopio a infrarossi. Al momento quella zona è l’ angolo cieco nell’ avvistamento degli asteroidi dalla Terra perché la luce abbagliante emessa dal Sole li rende invisibili, il meteorite di Chelyabinsk proveniva proprio da quella direzione.

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