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Scritto da nel Numero 172 - Archivio 2023, Scienza | 0 commenti

Meta fredda

Meta fredda

 

Alle 14.14 , ora italiana, dello scorso 14 aprile è stato lanciato dalla base di Kourou, nella Guyana Francese, il razzo vettore Ariane 5 che trasporta la sonda Juice verso Giove e i suoi satelliti ghiacciati: Ganimede, Europa e Callisto.

La missione è stata organizzata dall’ESA, l’ ente spaziale europeo, nell’ambito del programma di esplorazione planetaria Cosmic Vision 2015-2025.

Quello che aspetta Juice (acronimo di Jupiter Icy Moon Explorer) è un lungo cammino: raggiungerà il sistema gioviano nel 2030 e fino al 2035 studierà il più grande pianeta del sistema solare e tre delle sue lune scoperte da Galileo.

In particolare, dalle indagini su Ganimede, Europa e Callisto gli scienziati si aspettano la conferma della presenza di grandi masse d’ acqua sotto la loro superficie ghiacciata.

Non che ci si aspetti di risolvere l’ emergenza idrica che si sta facendo sentire sulla Terra, ma se effettivamente sui tre corpi celesti si trovasse acqua allo stato liquido, non sarebbe da escludere la possibilità che sotto la gelida coltre che li riveste si sia sviluppata qualche forma di vita.

I tre satelliti, insieme a Io, la quarta luna galileiana di Giove, furono fotografati più di 40 anni fa dalle sonde Voyager 1 e 2 durante il loro leggendario viaggio che ad oggi le ha portate a varcare i confini del sistema solare.

Qualche secolo prima Galileo li aveva osservati per la prima volta con il suo cannocchiale. La notte del 7 gennaio 1610, osservando Giove, lo scienziato pisano notò tre corpi celesti vicino al pianeta. Convinto che si trattasse di stelle, Galileo proseguì le osservazioni nei giorni successivi, fino a rendersi conto che gli oggetti mutavano la loro posizione rispetto al gigantesco pianeta. L’ astronomo intuì che si trattava di pianeti in orbita intorno a Giove.

“ Ma il fatto più straordinario, che soprattutto ci ha spinto ad informare tutti gli Astronomi e i Filosofi, è la scoperta di quattro Astri Erranti, che nessuno prima di noi aveva mai conosciuto ne’ osservato…”
Galileo Galilei, Sidereus Nuncius (Il Messaggero delle Stelle, 1610).

La missione Juice ha reso omaggio al grande scienziato mandando nello spazio una placca commemorativa dove sono riprodotti il frontespizio e le prime due pagine del “Sidereus Nuncius” , il suo trattato del 1610, considerato una pietra miliare dell’astronomia moderna.

C’ è molta Italia anche negli strumenti a bordo della sonda. Rime (Radar for Icy Moon Exploration è  un radar sotto superficiale che bucherà le superfici ghiacciate di Europa, Gaminede e Callisto fino a nove chilometri di profondità. La camera ottica JANUS (Jovis, Amorum ac Natorum Undique Scrutator), analizzerà la morfologia dei satelliti oltre a mappare le nubi di Giove. 3GM (Gravity and Geophysics of Jupiter and the Galilean Moons), un apparato composto  da un transponder in banda Ka ed un oscillatore ultra stabile (USO), ha l’ obiettivo di studiare il campo gravitazionale di Ganimede e l’estensione degli oceani interni delle lune ghiacciate.

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