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Scritto da nel Internazionale, Numero 114 - 1 Novembre 2014 | 0 commenti

Il Brasile spaccato rielegge Dilma

Il Brasile spaccato rielegge Dilma

Ospitando la Coppa del Mondo di calcio, il Brasile è stato in questo 2014 al centro dell’attenzione mediatica mondiale, interesse che non è scemato nel corso della combattuta campagna per le elezioni presidenziali.
Lo scorso 26 ottobre Dilma Rousseff ha vinto delle elezioni particolarmente difficili – decise al ballottaggio contro Aecio Neves, outsider del partito di centro-destra PSDB – e sarà per la seconda volta la Presidente di un Brasile più che mai diviso in due, ricchi e poveri.

Il XXI Secolo ha fatto finora conoscere al Gigante sudamericano crescita ed espansione in molteplici settori, successi culminati simbolicamente con l’assegnazione dei Mondiali 2014 e delle Olimpiadi di Rio nel 2016.
Nell’ultimo decennio l’economia brasiliana è infatti fortemente cresciuta, diventando la più fiorente della regione e arrivando al settimo posto tra le economie mondiali. I progressi hanno favorito una parziale riduzione delle disuguaglianze socio-economiche, con 30 milioni di brasiliani usciti dalla soglia di povertà. Impressionante il confronto con il recente passato: la Banca Mondiale stima oggi il 16% della popolazione sotto la soglia di povertà contro il 32% nel 2000.
Tuttavia le differenze permangono e hanno influenzato la scelta del voto con una contrapposizione tra Nord/Nord-Est, dei neri-meticci, e Sud, industrializzato e più ricco.

Nel corso dell’ultimo mandato l’inesorabile crescita si è però ridimensionata: nel 2011 Lula aveva regalato a Dilma un paese in espansione e socialmente disteso grazie alle politiche redistributive promosse dal Partito dei Lavoratori; gli anni seguenti sono però stati caratterizzati da un deterioramento socio-economico, complice la crisi economica internazionale e un calo degli investimenti provenienti dall’estero. La grande occasione dei Mondiali di calcio non ha aiutato – numerosi e sotto gli occhi del mondo sono stati gli scontri e le proteste di piazza -  mettendo ancora più in difficoltà il Governo, già fiaccato dagli scandali piombati sul partito di maggioranza.

Vista la tendenza degli ultimi anni, il Brasile necessita urgentemente di riforme in campo economico e di contrasto alla corruzione in ambito pubblico. In una campagna elettorale particolarmente polarizzata, la Rousseff ha proposto il “Governo Digitale” per una maggiore trasparenza, una riforma politica destinata a cambiare forma e numero dei partiti, priorità data in politica estera all’Unione delle Nazioni Sudamericane e ai grandi paesi emergenti, investimenti su sanità, welfare e scuola.

Nonostante la preoccupante recessione il popolo brasiliano ha optato per la sicurezza piuttosto che per il cambiamento. Dilma riparte da un Brasile più maturo e democratico: anche se permangono evidenti contraddizioni il Paese è comunque cresciuto dal punto di vista e economico e sociale.

OspitandolaCoppadelMondodicalcio,ilBrasileèstatoinquesto2014alcentrodell’attenzionemediaticamondiale,interessechenonèscematonelcorsodellacombattutacampagnaperleelezionipresidenziali.

Loscorso26ottobreDilmaRousseffhavintodelleelezioniparticolarmentedifficili-decisealballottaggiocontroAecioNeves,outsiderdelpartitodicentro-destraPSDB-esaràperlasecondavoltalaPresidentediunBrasilepiùchemaidivisoindue,ricchiepoveri.

IlXXISecolohafattofinoraconoscerealGigantesudamericanocrescitaedespansioneinmolteplicisettori,successiculminatisimbolicamenteconl’assegnazionedeiMondiali2014edelleOlimpiadidiRionel2016.

Nell’ultimo decennio l’economia brasiliana è infatti fortemente cresciuta, diventando la più fiorente della regione e arrivando al settimo posto tra le economie mondiali. I progressi hanno favorito una parziale riduzione delle disuguaglianze socio-economiche, con 30 milioni di brasiliani usciti dalla soglia di povertà. Impressionante il confronto con il recente passato: la Banca Mondiale stima oggi il 16% della popolazione sotto la soglia di povertà contro il 32% nel 2000.

Tuttavia le differenze permangono e hanno influenzato la scelta del voto con una contrapposizione tra Nord/Nord-Est, dei neri-meticci, e Sud, industrializzato e più ricco.

Nelcorsodell’ultimomandatolinesorabilecrescitasièperòridimensionata:nel2011LulaavevaregalatoaDilmaunpaeseinespansioneesocialmentedistesograzieallepoliticheredistributivepromossedalPartitodeiLavoratori;glianniseguentisonoperòstaticaratterizzatidaundeterioramentosocio-economico,complicelacrisieconomicainternazionaleeuncalodegliinvestimentiprovenientidall’estero.LagrandeoccasionedeiMondialidicalciononhaaiutato-numerosiesottogliocchidelmondosonostatigliscontrieleprotestedipiazza-mettendoancorapiùindifficoltàilGoverno,giàfiaccatodagliscandalipiombatisulpartitodimaggioranza.

Vista la tendenza degli ultimi anni, il Brasile necessita urgentemente di riforme in campo economico e di contrasto alla corruzione in ambito pubblico. In una campagna elettorale particolarmente polarizzata, la Rousseff ha proposto il “Governo Digitale” per una maggiore trasparenza, una riforma politica destinata a cambiare forma e numero dei partiti, priorità data in politica estera all’Unione delle Nazioni Sudamericane e ai grandi paesi emergenti, investimenti su sanità, welfare e scuola.

Nonostantelapreoccupanterecessioneilpopolobrasilianohaoptatoperlasicurezzapiuttostocheperilcambiamento.DilmaripartedaunBrasilepiùmaturoedemocratico:anchesepermangonoevidenticontraddizioniilPaeseècomunquecresciutodalpuntodivistaeeconomicoesociale.

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