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Scritto da nel Numero 116 - 1 Febbraio 2015, Scienza | 0 commenti

Oltre la frontiera

Oltre la frontiera

 

Un viaggio durato nove anni e lungo quasi cinque miliardi di chilometri, è quello che sta per completare New Horizons, la sonda lanciata dalla NASA nel 2006 con destinazione Plutone, l’ ex nono pianeta del sistema solare. Ex perché nello stesso anno in cui partiva la missione, il corpo celeste veniva declassato dall’ Unione astronomica internazionale a pianeta nano.

Scoperto nel 1929 dall’ astronomo americano Clyde Tombaugh, Plutone, complice l’ abissale distanza che lo separa da noi, è sempre stato avvolto da un alone di mistero, accentuato dal nome tenebroso che gli è stato affibbiato.

Con New Horizons l’ ente spaziale americano spera di fare un po’ di luce, in senso figurato perché da quelle parti la luminosità è piuttosto scarsa, su questo corpo celeste e sul suo vicino Caronte.

Quest’ ultimo è stato considerato per anni un satellite di Plutone, ma le sue caratteristiche, a cominciare dalle dimensioni, ha un diametro di circa 1.200 km. rispetto ai 2.200 del vicino, stanno portando gli astronomi a rivedere la natura del legame fra i due oggetti spaziali.

Plutone e Caronte sembrano formare un sistema unico nel suo genere, quanto meno fra i corpi che ruotano intorno al Sole. Oltre a essere molto vicini fra loro, meno di 20.000 chilometri i due oggetti hanno lo stesso periodo di rotazione, poco più di 6 gg. Curiosamente la coppia sembra differire per la composizione, mentre su Plutone sono state rilevate vaste aree di metano congelato, Caronte presenta tracce di ghiaccio d’ acqua assenti nel vicino.

New Horizons sta completando l’ avvicinamento alla coppia infernale e già nel 2013 aveva mandato le prime immagini di Caronte. Dai dati che invierà la sonda ci si aspetta anche di scoprire il numero esatto dei satelliti di Plutone. Che sarà anche un pianeta nano, però sembra avere una famiglia più numerosa del previsto.

Ma questo remoto corpo celeste non è l’ ultimo obiettivo della missione. Dopo aver studiato il sistema plutoniano, New Horizons proseguirà il suo viaggio verso tre piccoli corpi celesti identificati nella fascia di Kuiper, una vasta area che circonda il sistema solare. Il terzetto appartiene a una classe di oggetti ritenuti molto interessanti dagli astronomi, sarebbero infatti reperti inalterati della nebulosa primordiale culla dei pianeti orbitanti intorno al Sole.

Se tutto filerà liscio New Horizons ha le carte in regola per entrare nel novero delle grandi missioni spaziali di frontiera, come le leggendarie Voyager e Pioneer. Che dalla sonda ci si aspetti parecchio lo fa capire quanto ha dichiarato Hal Weaver, del Laboratorio di Fisica Applicata alla Johns Hopkins University, uno dei progettisti di New Horizons: “ Per decenni abbiamo pensato che Plutone fosse solo un piccolo, strano oggetto ai margini planetari, Ora sappiamo invece che si tratta della porta di ingresso verso un’intera regione di nuovi mondi e New Horizons sta per dare un’occhiata da vicino.”

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