Cara scienza
E’ recente la notizia che due posti per assistere a una conferenza sull’ intelligenza artificiale del noto fisico inglese Brian Cox, organizzata a Londra dalla Royal Society, sono stati pagati 1.200 sterline, circa 1.500 euro, l’ uno. Un prezzo più alto di quello necessario per assistere a un concerto di big della musica del calibro di Adele o Justin Bieber.
Venuto a conoscenza della quotazione, Cox ha protestato, ma i bagarini hanno replicato che non è altro che il frutto della legge di mercato, qualcuno è disposto a spendere quella cifra per assistere alla sua conferenza.
C’ è da dire che lo scienziato inglese è considerato un’ autentica star della divulgazione scientifica, forse paragonabile al grande Stephen Hawking. I libri che pubblica sono best sellers e le sue trasmissioni televisive vengono seguite da un pubblico vastissimo.
Del resto non è la prima volta che uno scienziato riesce a conquistare l‘ opinione pubblica al punto da diventare quasi un divo. A parte il già ricordato Hawking, la cui biografia è recentemente diventata un film da Oscar, un altro precedente illustre è quello di Albert Einstein.
Nel 1919 Internet era di là da venire, ma l’ annuncio della Teoria della relatività elaborata dallo scienziato di origine tedesca, scatenò i giornali dell’ epoca al punto che pubblicarono a ripetizione esaltanti titoli in prima pagina. Un martellamento mediatico che conquistò l’ immaginazione dei lettori.
Fra la gente scoppiò un inaspettato desiderio di capire questa teoria, che era sconcertante e seducente allo stesso tempo.
Un vignettista dell’ epoca pubblicò una caricatura sul New Yorker in cui apparivano un portinaio, una signora impellicciata, dei ragazzi e altre persone, tutti intenti a grattarsi perplessi la testa per strada. La didascalia della vignetta riportava una citazione di Einstein: “ La gente si abituava lentamente all’ idea che gli stati fisici dello spazio fossero la realtà fisica ultima “. Come osservò lo scienziato con l’ amico Grossmann “ Adesso non c’ è cocchiere o cameriere che non discuta se la teoria della relatività è giusta ”.
Al di là della portata rivoluzionaria della sua teoria, Einstein divenne una celebrità perché fu il primo scienziato a scendere dalla torre d’ avorio e rendersi disponibile alla folla. Un atteggiamento in linea con il suo anticonformismo. A quei tempi era opinione diffusa, specialmente nel mondo scientifico, che la pubblicità fosse qualcosa di sconveniente, da rifuggire. Non per Einstein: dopo numerose conferenze in Europa, retribuite, nel 1921 lo scienziato si imbarcò alla volta degli Stati Uniti, per un grandioso tour di due mesi. Dalle cronache dell’ epoca sembra che ricevette un’ accoglienza paragonabile a quella di una rock star contemporanea.