Enigma italico
Lo scorso marzo è stato un mee particolare per la fisica. Mercoledì 14 se ne è andato il grande Stephen Hawking, lunedì 26 sono trascorsi ottanta anni dalla misteriosa scomparsa di Ettore Majorana.
Sul destino dello scienziato italiano, era nato a Catania, si sono scatenate negli anni ridde di ipotesi. Alcune particolarmente fantasiose, come il possibile rapimento da parte di una civiltà aliena.
L’ essere svanito nel nulla ha reso celebre Ettore Majorana, presso l’ opinione pubblica, più del suo talento scientifico. Ma per i fisici teorici, lo scienziato siciliano non ha mai smesso di essere un punto di riferimento.
Era dotato di un talento matematico straordinario, in due giorni risolse calcoli di fisica atomica sui quali Fermi stava lavorando da tempo.
Nel libro che gli ha dedicato, Leonardo Sciascia racconta che Majorana scriveva i calcoli su pacchetti di sigarette che poi gettava nel cestino, aneddoto smentito da un nipote del fisico.
La sua genialità si trovava a convivere con un carattere introverso, che non gli agevolò le relazioni con il mondo accademico dell’ epoca. Anche i rapporti con i ragazzi di via Panisperna, il celebre gruppo di giovani fisici riuniti intorno a Enrico Fermi, non furono particolarmente idilliaci. Tanto che a Majorana fu affibbiato l’ appellativo di Inquisitore.
Ma al di là degli aspetti caratteriali, il fisico catanese è quanto mai attuale nel mondo scientifico, per l suoi studi sulla natura dei neutrini, di cui a quei tempi si sapeva molto meno di quello che si sa adesso.
Teorizzate da Wolfang Pauli nel 1930, queste inafferrabili particelle furono battezzate da Enrico Fermi.
I neutrini, emessi in quantità industriali dalle stelle, hanno la singolare caratteristica di interagire pochissimo con la materia che li circonda. Quelli provenienti dal Sole attraversano alla velocità della luce la Terra, noi compresi, senza lasciare traccia di sé. Vista la loro natura sfuggente, rintracciare un neutrino è un’ impresa non da poco. Riuscita per la prima volta nel 1956.
Ai tempi di Majorana, la teoria più accreditata considerava che per ogni particella ci fosse la sua antiparticella con carica opposta. Nessuno prima di lui aveva ipotizzato che questi antipodi della materia potessero convivere nel medesimo oggetto, il neutrino appunto.
I neutrini vengono generati nel corso delle reazioni nucleari, e già negli anni 30 del secolo scorso, il loro studio era strettamente legato ai progetti di realizzazione dei primi ordigni atomici.
Proprio nel 1938, Enrico Fermi, fresco di Nobel, emigrò negli Stati Uniti, per sfuggire alla scure delle leggi razziali che incombevano sulla moglie, dove ebbe un ruolo di primo piano nello sviluppo del progetto Manhattan.
In quegli anni, nella Germania nazista un giovane fisico, Werner Heisenberg, stava lavorando al prototipo di atomica tedesca.
Lo scienziato era amico di Majorana, il fisico siciliano aveva perfezionato una sua teoria sul modello di atomo.
Qualcuno ha visto nelle nubi belliche che si stavano addensando in quel periodo in Europa la causa di un profondo turbamento in Majorana. Tanto da fargli pronunciare la celebre frase: la fisica è su una strada sbagliata.
Se questi eventi abbiano avuto o meno un ruolo nella scomparsa del geniale scienziato, rimane un mistero aperto da ottanta anni.