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Scritto da nel Numero 155 - Autunno 2018, Scienza | 0 commenti

Voglia di spazio

Voglia di spazio

 

Nel 1967 le Nazioni Unite approvavano il Trattato sullo spazio extra-atmosferico (Outer Space Treaty). Per la prima volta venivano stabiliti principi sovranazionali condivisi validi al di fuori della Terra.  Fra questi la libertà per tutti gli stati di esplorare liberamente lo spazio, ma anche il divieto per ogni singolo paese di rivendicare il possesso di qualsiasi corpo extraterrestre, compresi gli asteroidi.

In quegli anni il nascente interesse per il cosmo era influenzato dalle politiche competitive delle due superpotenze. La corsa allo spazio fra USA e URSS, iniziata dieci anni prima con il lancio del satellite russo Sputnik, stava attraversando un momento decisivo. Gli Stati Uniti avevano colmato il gap iniziale ed erano sul punto di lanciare l’ affondo finale, che li avrebbe portati sulla Luna due anni dopo.

Molto è cambiato da allora. L’ esplorazione del cosmo ha fatto passi da gigante. Oggi possiamo spingere l’ occhio dei nostri telescopi a distanze inimmaginabili. Diversi lander stanno solcando il suolo di Marte. I moduli Huyghens e Philae sono atterrati  su Titano, il primo, e su una cometa il secondo, trasmettendo immagini spettacolari della superficie di quei remoti corpi celesti. Ma l’ elenco delle imprese spaziali di questo mezzo secolo sarebbe lunghissimo.

Il progresso scientifico ha avuto, fra le altre, anche la conseguenza di far aumentare il numero degli attori in grado di cimentarsi con programmi di ricerca spaziale. Il duopolio di Stati Uniti e Russia è stato spezzato dalle agenzie spaziali di altri paesi, Cina, India, Giappone, l’ ESA per l’ Europa. Ma la grande novità degli ultimi anni è stata l’ affacciarsi verso il cosmo di società private.

L’ eccentrico magnate Elon Musk è convinto di poter fondare una colonia umana su Marte. Ha già presentato un dettagliato progetto in tal senso. Mentre la Virgin Galactic, del britannico i Richard Branson, ha testato da tempo le navicelle che porteranno turisti, molto danarosi, a fare un tour nello spazio.

La Deep Space Industries e la Platenary Resources, tra i cui azionisti figurano Larry Page e Eric Schmidt di Google, hanno avviato un progetto per estrarre acqua dagli asteroidi.

La discesa in campo nell’ esplorazione del cosmo di soggetti privati è stata favorita dal contesto economico. In questi anni i progressivi tagli ai bilanci statali non hanno risparmiato la ricerca scientifica. Emblematico il caso della NASA. L’ ente spaziale americano negli anni della corsa alla spazio con l’ URSS aveva a disposizione un budget quasi illimitato, pur di raggiungere la Luna. Una disponibilità di risorse che ora è un lontano ricordo. Il ricorso a collaborazioni con industrie private è diventata così una scelta obbligata. Lo spazio è ancora per pochissimi, scienziati o miliardari, ma nel futuro, se ci sarà  sinergia fra ricerca e business, potrebbe allargarsi il numero degli utenti.

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