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Scritto da nel Numero 167 - Estate 2021, Scienza | 0 commenti

A Medicina

A Medicina

Inaugurata nel 1964 con il radiotelescopio Croce del Nord, uno dei più grandi esistenti al mondo, la stazione radioastronomica di Medicina è diventata un centro scientifico d’eccellenza, inserito in numerosi progetti di ricerca a livello internazionale.

Croce del Nord è un’ immensa struttura costituita da due rami perpendicolari lunghi rispettivamente 564 metri (orientamento Est-Ovest) e 640 metri (orientamento Nord-Sud) con un’area di raccolta complessiva di oltre 30.000 metri quadrati. Una superficie di tali dimensioni rende lo strumento sensibile a segnali radio anche molto deboli. L’antenna, che scandaglia il cosmo ad una frequenza di 408 MHz, ha permesso di effettuare mappature di vaste aree di cielo e quindi produrre dettagliati cataloghi di radiosorgenti che sono di importanza fondamentale per la ricerca astronomica. Il radiotelescopio di Medicina è stata utilizzato anche nello studio di particolari corpi celesti come le stelle pulsar e per l’ analisi spettrometrica dell’ emissione proveniente dal gas interstellare, con la rilevazione delle righe relative all’idrogeno e al carbonio ionizzati.

Negli ultimi anni la struttura è stata oggetto di una riconversione tecnologica, per adattare Croce del Nord ai filoni di ricerca più recenti. Un restyling che ha dato i suoi frutti. Lo scorso 3 marzo il radiotelescopio ha captato un raro Fast Radio Burst (Frb), lampo radio veloce. Un segnale brevissimo che proviene, quasi esclusivamente da sorgenti radio al di là della nostra galassia. La stazione radioastronomica di Medicina è dotata di un’ altra importante strumento di
ricezione, la parabola VLBI da 32 metri di diametro, realizzata circa venti anni dopo Croce del Nord.

Questa imponente antenna è impiegata principalmente per osservazioni interferometriche e lavora in contemporanea con le altre antenne del consorzio EVN (European Very Long Baseline Interferometer Network), collocate in diversi paesi Europei, per fornire immagini ad altissima risoluzione, utilizzate per analisi dettagliate delle sorgenti radio. La parabola è in grado di ricevere segnali radio in bande comprese tra 1.4 GHz e 23 GHz, e viene impiegata anche in programmi scientifici come lo studio delle comete, di sistemi planetari extrasolari e l’ osservazione radar di steroidi potenzialmente pericolosi per la Terra (in collaborazione con la NASA).
Un ’altra applicazione delle osservazioni astronomiche interferometriche è nell’ambito della geodinamica. La tecnologia VLBI consente di misurare le distanze tra le varie antenne con una precisione millimetrica, è così possibile studiare i moti della crosta terrestre con un livello di precisione non raggiungibile da altre tecniche.
La Stazione radioastronomia di Medicina partecipa anche al progetto SETI (Search for Extra Terrestrial Intelligence). Il programma di ricerca internazionale che, tenta di individuare segnali radio artificiali provenienti dallo spazio.
La ricerca, le cui probabilità di successo sono piuttosto basse, viene condotta tramite uno strumento specifico per SETI, denominato SERENDIP IV, collegato in parallelo alla parabola. Questa apparecchiatura analizza automaticamente, 24 ore su 24, i segnali raccolti dall’antenna.

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