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Scritto da nel Numero 170 – Primavera 2022, Scienza | 0 commenti

Dallo spazio profondo

Dallo spazio profondo

 

Nel film Don’t look up, con Leonardo Di Caprio e una grande Meryl Streep, la Terra è minacciata da una colossale cometa entrata in rotta di collisione con il nostro pianeta. Non è la prima volta che il cinema si ispira a possibili oggetti celesti killer, in questo caso però la fantasia ha trovato un riscontro reale. Fortunatamente non sulla pericolosità, ma sulle dimensioni della cometa che si sta avvicinando al sistema solare.

Bernardinelli-Bernstein, dai nomi dei suoi scopritori, è un corpo celeste con una storia particolare.

Il suo primo avvistamento risale al 2014, quando dal deserto di Atacama, in Cile, il telescopio Victor M. Blanco, con il suo specchio di 4 metri di diametro scattò una fotografia del firmamento cogliendo un inatteso puntino luminoso a oltre quattro miliardi di chilometri.

Una presenza nuova nel cielo che attirò l’ attenzione di Pedro Bernardinelli, a quel tempo ricercatore presso l’ Università della Pennsylvania. Dopo anni di ricerche e calcoli complessi l’ astronomo e il suo relatore di allora, Gary Bernstein, sono riusciti a stabilire che quella piccola luce che si sta avvicinando al sistema solare è in realtà una cometa di dimensioni mai viste.

Non era mai accaduto che corpi celesti di questo tipo fossero stati individuati così lontani dal Sole.

Come tutte le comete anche Bernardinelli-Bernstein proviene dalla remota nube di Oort. Una zona dello spazio completamente oscura che avvolge come una colossale nube il sistema solare. Qui vagano miliardi di questi affascinanti corpi celesti e ogni tanto, per ragioni ancora sconosciute, qualcuno di loro modifica la sua orbita indirizzandola verso il Sole.

Secondo le prime stime il nucleo della Bernardinelli-Bernstein dovrebbe avere un diametro di circa 150 chilometri. Per dare un metro di paragone quello della cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko, famosa per la missione della sonda Rosetta che nel 2016 fece atterrare sul suo nucleo il lander Philae, misurava non più di 4 chilometri.

Se manterrà le attese Bernardinelli-Bernstein potrà sicuramente entrare nella ristretta cerchia delle grandi comete. L’ aggettivo si riferisce più alla luminosità che alle dimensioni, ma anche sotto questo aspetto il corpo celeste promette bene.

Nel suo cammino all’ interno del sistema solare la cometa diventerà sempre più luminosa e raggiungerà il perielio, punto più vicino alla nostra stella, il 21 gennaio 2031, quando arriverà a circa a un miliardo e mezzo di chilometri dal Sole. Poi riprenderà ad allontanarsi verso gli abissi siderali, ma rimanendo visibile ancora per anni.

Nella comunità scientifica si stanno già levando molte voci favorevoli a programmare una missione spaziale per studiare la cometa, magari emulando le gesta della già citata Rosetta. La distanza del corpo celeste sta dando un po’ di tempo agli enti spaziali per organizzarsi, un’ eventuale sonda diretta verso la cometa dovrà essere lanciata entro il 2029.

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