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Scritto da nel Numero 160 - Autunno 2019, Scienza | 0 commenti

Parità di spazio

Parità di spazio

Il cammino verso la parità di genere è ancora molto lungo e non privo di ostacoli, ma pochi giorni fa è stato compiuto un altro passo in avanti. Una piccola luce che non può far dimenticare l’ oscurità delle  cronache quotidiane di femminicidi e violenze sulle donne. E’ comunque una buona notizia.

Lo scorso 18 ottobre, per la prima volta nella storia, due astronaute si sono avventurate sole nello spazio. Christina Koch e Jessica Meir hanno effettuato un intervento sulle batterie della Stazione Spaziale Internazionale, lavorando all’ esterno per più di sette ore. Durante le operazioni sono state coadiuvate da Luca Parmitano, l’ astronauta italiano  attualmente comandante dell’ ISS, che da bordo azionava a distanza un braccio robotico di supporto. A parte il supporto  del nostro connazionale, si è trattato di un lavoro tutto al femminile, a coordinare la passeggiata dalla sala di controllo della Nasa c’ era una donna.

Il prossimo passo sarà far toccare a piedi femminili il suolo di un altro corpo celeste. Progetto ribadito dal capo della NASA Jim Bridenstine, che ha garantito l’ impegno dell’ agenzia spaziale americana per mandare un uomo e una donna sulla Luna, o addirittura su Marte, in una prossima missione.

La storia delle donne nello spazio non inizia comunque molto dopo quella maschile, ed è merito dell’ Unione sovietica. Trascorsi poco più di due anni dal volo di Yuri Gagarin sulla Vostok 1, nel giugno del 1963 fu Valentina Tereskova a diventare la prima cosmonauta della storia. Legata al suo seggiolino per poco meno di 72 ore, la giovane donna, all’ epoca aveva 26 anni, compì 49 orbite terrestri.

Come quella di Gagarin, l’ impresa della Tereskova non fu priva di connotazioni politiche. La corsa allo spazio era iniziata da poco e dopo lo smacco inflitto agli USA nel 1957 con la messa in orbita del primo satellite, lo Sputnik, i primi due voli spaziali umani dei sovietici furono un altro pesante colpo per i concorrenti americani. Ma non era finita, nel 1965 il cosmonauta russo Alexei Leonov, scomparso recentemente,   compiva la prima passeggiata spaziale.

Col tempo gli USA recuperarono il tempo perduto e le posizioni si invertirono, fino all’ epilogo dell’ Apollo 11, che portò Armstrong e Aldrin sulla Luna. Ma il primato della Tereskova resistette in solitudine fino al 1983, quando Sally Ride fu la prima donna americana a volare nello spazio con lo Space Shuttle. L’ anno dopo l’ URSS replicò facendo uscire dalla stazione spaziale Salyut 7 la cosmonauta Svetlana Savitskaya, prima donna spacewalker.

Nell’ albo delle imprese spaziali con equipaggio umano c’ è posto anche per l’ Italia, con sette astronauti. Oltre a Parmitano, attuale comandante della ISS, Malerba, Cheli, Guidoni, Vittori, Nespoli e, ultima, ma non ultima, Samantha Cristoforetti, diventata famosa come astroSamantha che fra novembre 2014 e giugno 2015 ha soggiornato nella Stazione Spaziale Internazionale per 200 giorni, stabilendo il record, poi superato, di permanenza femminile nel cosmo.

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