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Scritto da nel Numero 161 - Inverno 2020, Scienza | 0 commenti

Fino a prova contraria

Fino a prova contraria

 

Mike Hughes era un terrapiattista convinto e proprio la sua determinazione nel volere confutare la sfericità del pianeta gli è stata fatale. Lo scorso 22 febbraio lo stuntman americano si è schiantato in una località desertica della California con il suo razzo a vapore fai da te, pochi secondi dopo il lancio.

L’ obiettivo di Hughes era raggiungere i 1500 metri di altitudine e scattare alcune fotografie che, a suo dire, avrebbero fornito la prova che la Terra sia piatta. Un’ idea che non era solo il suo pallino, ma che da un pezzo trova convinti sostenitori. Molti sono stati illuminati dalla lettura del libro di Bill Kaysing, Non siamo mai andati sulla Luna. A diffondere il verbo ci ha poi pensato la rete, grazie alla quale la comunità dei terrapiattisti ha raggiunto una certa notorietà in questi ultimi anni. Anche l’ Italia conta alcuni adepti che nel maggio dello scorso anno si sono riuniti in un convegno tenutosi a Palermo.

Il mantra dei terrapiattisti si riassume nel prologo all’ incontro: “La scoperta della forma delle terra è solo l’inizio. Da lì capiremo che tutto il resto è una grande mistificazione, a cominciare dalla storia dell’umanità scritta dai poteri forti. ”

Secondo loro sarebbero da buttare nel cestino teorie scientifiche che si danno per certe da secoli, a partire da quella eliocentrica. Il Sole, lungi dall’ essere l’ astro che pensavamo ubicato a 150 milioni di chilometri dal nostro pianeta, sarebbe una stella molto più piccola che ruota poco sopra al Polo Nord. Copernico e Galileo si rivolterebbero nella tomba, ma i terrapiattisti non si fermano qui. Nella loro convinzione che la scienza condivisa sia asservita a oscuri poteri, negano l’ esistenza della forza di gravità e di qualsiasi missione spaziale. Gli astronauti sarebbero attori e lo sbarco sulla Luna una bufala colossale.

Originale anche la loro visione dell’ evoluzione umana. Prima di noi sapiens la Terra sarebbe stata popolata da una stirpe di giganti. Questi ciclopi dovevano essere bravi architetti se, come sostengono i terrapiattisti, sono stati loro a costruire i megaliti  di Stonehenge e le grandi cattedrali, come la basilica di San Pietro e il Duomo di Milano. Chissà se a Bologna San Petronio e le due torri sono opera di qualche gigante nostrano?

Dopo astronomia e storia  è la geografia ad essere nel mirino. Per i terrapiattisti l’ Australia non esiste. Ecco un post che riassume il loro pensiero:  “ L’ Australia non è reale. È una menzogna creata per farci credere che il Regno Unito abbia deportato altrove i propri criminali. In realtà, tutti questi criminali erano stati buttati in mare dalle navi, affogando prima di vedere una volta ancora terra. Tutte le “prove” dell’esistenza dell’Australia sono bugie ben fabbricate e i documenti creati dai governi. I vostri amici australiani? Sono tutti attori o robot, parte di un copione scritto per ingannare il mondo intero. ” Chissà se anche gli incendi dei mesi scorsi facevano parte del copione e se koala, canguri e gli altri animali che fuggivano terrorizzati recitavano o erano robot…

 

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