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Scritto da nel Numero 96 - 1 Febbraio 2013, Scienza | 0 commenti

Che stupore… nevica!

Che stupore… nevica!

Qualche giorno fa un amico mi ha narrato una storiella di sapore candido: l’anziano genitore, ospite a Bologna, si era soffermato a guardare fuori dalla finestra il lento fioccare della neve sulla città e con un misto di nostalgia e stupore ha richiamato l’attenzione del figlio per dirgli che non l’aveva mai vista scendere sui tetti degli imponenti palazzi, sulle auto intrappolate nel traffico, sul selciato grigio e sporco, sulle tante impazzite formichine a sembianza umana che s’affannano goffamente per raggiungere le agognate dimore. Egli, che risiede da decenni sulle coste della Calabria, l’aveva vista cadere solo negli anni della giovinezza, nel minuscolo paesino montano ove nacque. E l’effetto scenico era del tutto diverso.

Bene, questo racconto mi ha indotto a riflettere su quanto siamo inclini a stupirci e sul collegamento fra tale deriva emozionale e la scarsa memoria del recente passato.

E allora comincerei con un bel giro di valzer sull’attualità. Oh…stupore! Ma la Monte dei Paschi di Siena non è che oltre ad essere una banca finiva per essere anche una sorta di forziere di qualche formazione partitica? Mah.. sarà la magistratura a stabilire il rispetto o meno della legalità; ma non vi era sorto il dubbio che se oggi la politica la decide in toto la finanza, il rapporto fra queste entità non potesse che essere uno stretto abbraccio mortale?

Oh…stupore! Monti scende nell’arena politica, ma sarebbe meglio dire arena elettorale, e comincia a promettere la luna, confutando la linea rigorista prima seguita come “tecnico”. Ma non sarà che quando serve raccattare consensi e voti non si può far altro che divenire Pinocchio come tutti i predecessori?

Oh…stupore! Ma non è che se inviti Berlusconi a cena e, non potendogli cucinare sassi perché passeresti per crudele, gli fai mangiare dei passerotti in umido, poi ti meravigli se se la cava egregiamente (vero Santoro?). E che ci eravamo già dimenticati di quanto è bravo a usare le armi di distrazione di massa mediatiche e di quanti soggetti da vent’anni fanno a gara per farlo resuscitare dall’oltretomba?

Oh…stupore! Ma se sei un giocatore mediocre, sebbene introitante redditi che i più si sognano, che sai di non poter ambire a contratti da milioni di euro, non è che ti si illumina la lampadina a pensare all’equazione scommesse-protagonista del risultato? E’ proprio necessario scorrere almanacchi o consultare enciclopedie on-line per ricordarsi del Pablito mundial o dell’Allegri ora rossonero? Erano i tempi della clandestinità ma per i calciatori ancora oggi le scommesse sono formalmente in gran parte inagibili.

Oh…sommo stupore! Ma come? Il governo socialista francese interviene militarmente in uno stato africano? Ma non si era detto che le nuove sinistre occidentali avrebbero puntato a limitare al massimo l’uso della forza armata per ricomporre (o scomporre, a seconda di come la si vuol vedere) conflitti sullo scacchiere mondiale e che sarebbe dovuta tornare in auge l’arte della diplomazia? E Hollande che fa? Bombarda?

Quest’ultima meraviglia in realtà va un po’ più articolata rispetto alle precedenti, anche perché i media italiani sono tutti presi a far di conto con i seggi della Lombardia e ci raccontano assai poco e quelli europei preferiscono accendere i riflettori più sulla coppa d’Africa che non sulle tristi vicende sociali e politiche di quelle nazioni. A dire il vero se, a richiamare l’attenzione, non ci fosse stato il botto del sequestro di ostaggi nell’impianto petrolifero del sud Algeria, sfociato poi nel sangue, su quello che avviene in Mali e sui perché dell’intervento francese ne sapremmo ancora meno. Chiariamo quindi quanto successo: il golpe di circa un anno fa ha gettato il paese nel caos e nel nord dello stesso pare che il territorio sia nelle mani dei jihadisti legati ad Al Qaeda e delle tribù berbere. Per tale motivo la Francia aveva il “dovere” internazionale di intervenire ma così facendo ha dato inizio all’ennesima guerra globale al terrore, i cui destini immediati sono tuttora di difficile interpretazione; i maligni però già sussurrano di rinnovato spirito neocolonialista e di immensi giacimenti di uranio nel vicino Niger, pronti allo sfruttamento.

Aldilà della vicenda specifica, quel che è chiaro è che potrebbe riproporsi un film visto mille volte ma niente paura…la memoria è corta e le popolazioni mondiali torneranno a vederlo con piacere e magari con grande stupore.

Grande stupore hanno suscitato anche le immagini di leggere coltri nevose depositatesi, nella seconda settimana di gennaio, sulle aree nordoccidentali dell’Arabia Saudita, dopo che la perturbazione protagonista dell’evento aveva già fatto accumulare grandi quantitativi in Libano, in Siria e a Gerusalemme. Ma la neve a quelle latitudini è già meno eclatante e del resto in tutti i presepi natalizi si adagiano fiocchi di cotone idrofilo o si spargono polveri bianche per rendere l’effetto neve.

Più clamorosa invece è la sua apparizione nell’area desertica sahariana; in particolare eccezionale fu l’evento occorso fra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio del 2012, allorquando la neve cadde persino nell’oasi di El Oued. Negli almanacchi meteorologici vi sono cronache, risalenti ai primi anni del secolo passato, che spingono il limite delle precipitazioni nevose ancor più a sud, verso Ouargia ed El Golea, zone centrali dell’Algeria, ancora comunque abbondantemente lontano dai confini con il Mali. Ma lì, in questo periodo, dal cielo cadono bombe anziché nevicate e speriamo che i cosiddetti danni collaterali non siano in proporzione centuplicati rispetto a quelli che può fare un’ondata di gelo in zone climatiche dove si è abituati al caldo torrido.

Venendo alle vicende di casa, possiamo riassumere la situazione inneggiando all’Artico e possiamo anche per una volta compiacerci di aver intravisto ad inizio stagione un predominio delle correnti atlantico marittime rispetto a invasioni di aria gelida dalla Russia. Come già detto varie volte per il bacino mediterraneo (specie occidentale) un inverno che sia dominato dalle ondulazioni occidentali, con alternanza fra abbracci dell’Anticiclone delle Azzorre e affondi della saccatura depressionaria britannica, significa per la maggior parte delle regioni italiane un prolungato autunno. Se l’aria fredda non arriva dal Baltico, dalle steppe russe o dai Balcani, fenomeni di gran gelo non si registrano e l’inverno mostra il suo volto crudo solo in montagna e, ahinoi, solo in pianura padana dove il cuscinetto freddo e l’inversione termica permettono alle nebbie di farla da padrone. Quindi per i padani ben venga l’ennesima perturbazione atlantica, dopo questa parentesi anticiclonica che ha illuso si potesse godere di giornate dal sapore primaverile, come accaduto in Liguria, al centro-sud (in particolare versanti tirrenici) e persino su alcune province piemontesi, e che invece ha gettato tutto il nordest nell’incubo nebbia.

Con le piogge e le nevicate arriverà anche il freddo da nord-nordovest ma appunto nelle pianure e vallate settentrionali non ci si accorgerà della differenza termica…anzi. Lo scenario immediato dovrebbe significare ondata di maltempo in bello stile ma senza alcuna eccezionalità, in graduale estensione e traslazione dal Piemonte alle Puglia fra sabato e martedì prossimi, quindi di nuovo parentesi asciutta e soleggiata e nuovo peggioramento fra il 10 ed il 15 del mese. Come si evince continua dunque la dominanza di scenari nordoccidentali che garantiscono una certa qual variabilità e mitezza alle regioni italiane; ovviamente è diverso il discorso per gli Stati d’oltralpe in quanto più direttamente esposti (ad esempio Regno Unito, Olanda, Francia settentrionale hanno patito un inverno più coriaceo del solito) e per le regioni balcaniche e orientali (la neve è stata abbondante anche in Grecia e Turchia, almeno in una di queste discese d’aria fredda artica che si sono succedute).

Ovvio che se vi fidate troppo delle previsioni e di quanto vi viene garantito, magari poi, passeggiando senza ombrello, potrà capitarvi di esclamare all’improvviso: “Oh…stupore! Sta nevicando!”.

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