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Scritto da nel Numero 109 - 1 Maggio 2014, Scienza | 0 commenti

Ghiaccio bollente

Ghiaccio bollente

La continua scoperta di pianeti extrasolari, sono ormai centinaia, sta alimentando un vivace dibattito sulla presenza o meno di ambienti favorevoli allo sviluppo della vita al di fuori della Terra.

Tuttavia potrebbe non essere necessario allontanarsi troppo dal nostro pianeta per cercare una probabilità, per quanto remota, di non essere soli nel cosmo.

Se il cugino Marte non sembra offrire grandi aspettative, molto interesse stanno suscitando i dati che la missione Cassini ha inviato da Encelado, una delle numerose lune di Saturno.

Nel corso di questi anni il pianeta con gli anelli e il suo sistema di satelliti sono stati accuratamente studiati dalla sonda che porta il nome dell’ astronomo costruttore della meridiana di San Petronio.

La missione, frutto della collaborazione tra Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Asi, iniziata nel 1997 con il lancio da Cape Canaveral, ha avuto uno dei suoi momenti topici nel gennaio del 2005, con l’ atterraggio del modulo Huyghens su Titano, il più grande dei satelliti saturniani. Le immagini di quel suolo fangoso hanno fatto il giro del mondo, ma la scoperta più significativa sono state le vaste distese di metano allo stato liquido. Il composto sul nostro pianeta è legato all’ attività biologica, la sua abbondanza su Titano ha avallato l’ ipotesi che il corpo celeste si trovi in una condizione simile a quella della Terra prebiotica.

Se Titano ha avuto il suo momento di celebrità, adesso tocca a Encelado, la mitologia l’ ha fatta da padrona nella nomenclatura delle lune saturniane.

Il piccolo corpo celeste, ha un diametro di 500 chilometri, un decimo del fratello maggiore, sembra nascondere delle sorprese.

I dati registrati dalla sonda Cassini hanno dimostrato la presenza di un oceano d’ acqua sotto la superficie ghiacciata del satellite. Situata nel polo sud di Encelado, a una profondità di circa trenta chilometri, la distesa d’ acqua ha un’ estensione di 80.000 chilometri quadrati e una profondità di ottomila metri.

Che da quelle parti ci fosse qualcosa di insolito gli astronomi lo avevano già intuito osservando i giganteschi geyser che escono dai graffi di tigre, profonde spaccature sulla coltre di ghiaccio che ricopre Encelado, prodotte dalle sollecitazioni gravitazionali di Saturno . L’ analisi dei getti di vapore fatta dagli strumenti a bordo di Cassini ha confermato le aspettative, rilevando la presenza di composti organici.

Ma la sonda è un’ instancabile lavoratrice e ha fornito un altro dato prezioso agli astronomi, l’ acqua presente nel polo sud di Encelado avrebbe un fondale roccioso. Il contatto fra il prezioso liquido e i silicati presenti nelle rocce potrebbe essere il primo passo per creare un ambiente favorevole allo sviluppo di forme di vita.

Non si tratta che di un’ ipotesi e la possibilità che in quel lontano lago sotterraneo sguazzi qualche organismo vivente è molto bassa, ma, come sostengono i ricercatori italiani che hanno coordinato lo studio, anche una piccolissima probabilità sarebbe un risultato straordinario.

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