Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel Numero 112 - 1 Agosto 2014, Scienza | 0 commenti

Rolling planet

Rolling planet

Inghilterra, una notte di marzo del 1781. L’ astronomo William Herschel, scrutando il cielo con il suo telescopio, nota una stella che si comporta in maniera insolita.

Il puntino luminoso inquadrato dallo strumento si muove, impercettibilmente ma si muove. Herschel si rese conto che quell’ astro non poteva essere una stella, ma ancora non conosceva la vera natura della sua scoperta. L’ astronomo inglese registrò il corpo celeste come  una cometa, solo dopo diverso tempo fu provato che in realtà si trattava del settimo pianeta del sistema solare, Urano.

Fu una scoperta inattesa, nessuno si aspettava la presenza di altri pianeti oltre a quelli noti fin dall’ antichità, che fece rimediare una figura barbina all’ astronomo francese Le Monnier, messo in ridicolo dai colleghi per non aver riconosciuto il corpo celeste dopo averlo avvistato diverse volte prima di Herschel.

Il nuovo arrivato avrebbe svelato col tempo diverse peculiarità.

La caratteristica più singolare è che contrariamente agli altri pianeti, Terra compresa, il cui asse di rotazione è tendenzialmente perpendicolare al piano dell’ orbita, quello di Urano è inclinato al punto da farlo rotolare su se stesso.

Un’ altra particolarità del corpo celeste è che pur facendo parte dei pianeti giganti del sistema solare, con un diametro di oltre 50.000 chilometri è il terzo in ordine di grandezza, ha una composizione chimica diversa dai fratelli maggiori Giove e Saturno. Urano contiene più elementi pesanti e viene considerato un pianeta intermedio fra i due colossi gassosi e i pianeti interni rocciosi, ricchi di metalli e ossigeno.

Causa la distanza, Urano è rimasto a lungo poco più di un illustre sconosciuto, fino a quando, negli anni 80 del secolo scorso, la sonda Voyager 2 transitò nei suoi paraggi.

Ironia della sorte, dai dati e dalle immagini trasmessi a terra l’ attenzione degli scienziati ha finito per concentrarsi sul sistema di satelliti di Urano, relegando il pianeta a un ruolo da comprimario.

In particolare la piccola Miranda, 500 chilometri di diametro, ha riservato uno spettacolo stupefacente.

Le immagini riprese dal Voyager 2 rivelarono un paesaggio incredibilmente vario, come se il corpo celeste fosse stato fatto a pezzi e ricomposto alla rinfusa.

Il povero Urano sembra così destinato a condurre una vita piuttosto anonima. Non ha la maestosità di Giove, il suo sistema di anelli non può competere con quello di Saturno  e non ha possiede la splendida colorazione azzurra di Nettuno. Se non ha altro è l’ unico pianeta che può permettersi di rotolare placido nel cosmo.

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>