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Scritto da nel Numero 124 - 1 Novembre 2015, Scienza | 0 commenti

Paghi uno prendi due

Paghi uno prendi due

Dalla lontana Cina piomba la notizia, rilanciata in questi giorni dai media internazionali, che il Comitato Centrale del Partito Comunista ha deciso di togliere il divieto di procreazione del secondo figlio per tutte le coppie.

In realtà la politica del figlio unico era stata abolita già dalla Corte Suprema Cinese nel 2013 e dunque la notizia è solo una sorta di ratifica ad una trasformazione già in atto da tempo. Peraltro tale politica di contenimento delle nascite, avviata nel 1979 in epoca maoista, aveva già subito tutta una seria di eccezioni consentendo, a seconda delle aree territoriali o della titolarità di figlio unico di uno dei genitori per esempio, di fare figli come nel resto del mondo. Inoltre negli ultimi decenni, quantomeno ufficialmente, le sanzioni, per chi avesse messo al mondo un’altra creatura con gli occhi a mandorla, erano di natura esclusivamente pecuniaria.

Avere avuto la sventura di violare la legge significava sinora trovarsi a dovere sfamare una bocca in più e contemporaneamente a sorbirsi un prelievo forzoso del patrimonio disponibile. Una vera beffa. Ma non solo, in alcune zone rurali, dove più sbrigativi sono sempre risultati i metodi dei vari poteri locali, fino ad ora gli aborti procurati, con tutta la violenza che ne consegue, erano all’ordine del giorno, persino dopo il terzo mese o comunque a gravidanza assai avanzata.

Speriamo dunque che il resto del mondo esulti per il fatto che si è posto fine a tali brutalità, più che spaventarsi per il presunto, potenziale, incremento di cinesi, tuttora visti come una sorta di enigmatici cloni.

In realtà stime approssimative avrebbero calcolato quasi 500 milioni di esseri umani “squalificati” in partenza dalla corsa alla vita. E tenendo conto che il miliardo e 300 milioni che invece frequenta l’orbe terracqueo pesa già corposamente sulle sorti mondiali, politiche, economiche, di inquinamento dell’aria, di gestione dei bar, averne avuti almeno un quinto in più negli anni del boom cinese, avrebbe potuto creare ulteriori disagi agli equilibri demografici complessivi del pianeta.

Del resto il fine recondito del legislatore cinese dell’epoca, che per inciso non ha affatto contemplato la possibilità dei parti gemellari, stava proprio nell’impedire l’implosione di un sistema non ancora attrezzato dal punto di vista economico, tecnologico, industriale, di sfruttamento delle materie prime e delle risorse agroalimentari. E oggi, all’inverso, l’apertura sta proprio nell’avere bisogno di manodopera per continuare a gettare carbone nella locomotiva economica cinese, stante l’invecchiamento della popolazione. Ammesso e non concesso che i cinesi, culturalmente moderni e alle prese con un’economia pseudo capitalista che li porta a fare i conti a fine mese, senza nemmeno più molte sovvenzioni statali, vogliano davvero bissare o moltiplicare il lieto annuncio.

Questo abbattimento della muraglia cinese della numerosità di figli induce riflessioni complessive sulla famiglia in una società evoluta. Come si sentirà quella intera generazione di cinesi, nati nell’ultimo ventennio del secolo scorso, arrivata ora in età post-adolescenziale, dal punto di vista della solitudine familiare in un contesto sociale di solitudine diffusa? E in particolare quando da adulta non avrà più nemmeno i riferimenti genitoriali? Forse ringrazierà il diktat del partito al potere in quanto si troverà erede di tutto il patrimonio familiare o forse imprecherà il destino che non gli ha concesso il lusso di trovare, in un fratello o in una sorella, un punto di riferimento, un counselor gratuito, un elemento di condivisione e corresponsabilità nelle scelte cruciali della famiglia.

Senza voler fare retorica sulla famiglia, intesa nel senso tradizionale, ecumenico, in quanto ben sappiamo che le peggio brutalità e bassezze avvengono proprio all’interno delle mura domestiche, ed al netto dei discorsi sui valori del passato, sull’immaginifico mondo antico della solidarietà parentale, avere accanto qualcuno che ci conosce nel profondo, con cui si è cresciuti insieme, in certe fasi del nostro percorso di vita, può essere una risorsa in più, un pannicello caldo prezioso.

In sostanza un’opportunità che si può avere o non avere anche semplicemente in base ad un decisione dei propri genitori e quindi egualmente eterodiretta ma non in base alla decisione di burocrati al governo che già abbondano, in altri campi, nella presunzione di regolamentare al meglio i nostri fatti privati. Che si astengano almeno da porre limiti in materia di scelte biologiche. Ed anzi che legiferino per agevolare la libertà di scegliere. Se vogliamo questa vicenda è una sorta di rovescio della medaglia della conquista di fine anni ’70 relativamente al diritto ad abortire. Su tali scelte essenziali della vita il governante illuminato deve lasciare la più totale libertà personale, che si tratti di decidere se volere o meno un figlio e quanti, oppure di decidere se si preferisce amare e convivere con una persona di sesso opposto o uguale al proprio, o ancora di scegliere se si vuole campare da vegetali o delegare qualcuno di porre fine alle agonie. Salutiamo con favore dunque questa decisione finale di una Cina che, nel male ma a volte anche nel bene, comincia a copiare modelli di maggiore democrazia.

Ritornando dall’estremo Oriente alle nostre latitudini, vediamo di capire quale sarà l’evoluzione meteo delle prossime settimane e se potremo invocare la famosa estate di San Martino. Schematizzando all’osso sì, e ciò grazie alla presenza di un possente anticiclone che muoverà i suoi massimi pressori fra penisola iberica ed Europa centrale, costruendo di fatto un argine alle perturbazione atlantiche tipiche del periodo. Canale, quello atlantico, che in realtà non si è mai del tutto concretato dalla fine dell’estate; ma allora perché si è avuto un mese così variabile che ha distribuito giornate di sole e di tepore ma anche importanti piogge alluvionali? Perché molte di queste sono state figlie di un contrasto termico fra blande infiltrazioni fredde provenienti da Ovest e i mari ancora assai caldi del Mediterraneo, dando vita a ciclogenesi sul posto che hanno interessato in particolare il quadrante fra isole Baleari, Costa Azzurra e nostre isole maggiori. Ciò ha innescato situazioni alluvionali appunto in Sardegna e Sicilia e traslando a est in Campania e Lazio.

Per il ponte di Ognissanti lo schema è purtroppo ancora questo e il Sud Italia sarà ancora alle prese con tanta acqua. Più riparato rispetto alle precedenti perturbazioni il Centro e già abbracciato dalla stabilità anticiclonica e quindi da tanto sole il Nord. Passata l’ultima ondata temporalesca per il meridione entro inizio novembre, tutto il paese vivrà una lunga parentesi stabile e soleggiata e godrà di belle e tiepide giornate, seppure con cali importanti nelle ore notturne perché è pur sempre novembre. I cali notturni saranno netti in Val Padana se la matrice ancora un po’ subtropicale dell’alta pressione e qualche lieve vento da nord-est in scorrimento fra Balcani e Jonio permetteranno nottate terse e stellate. Se prevarrà invece una matrice anticiclonica più continentale le città e le campagne padane dovranno prepararsi a fare i conti con le nebbie notturne e con le foschie diurne che renderanno meno estivo il clima. Per il centro-sud e per le alture montane e collinari sarà Estate di San Martino, forse anche oltre l’11 del mese e le castagne e il vino anziché accanto al camino potranno essere gustate in piazza col maglioncino.

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