Un ingresso inatteso
Che Saturno, grazie ai suoi anelli, sia il pianeta più elegante del sistema solare è cosa nota. Un primato che resiste, anche se col tempo si è scoperto che altri corpi celesti possiedono un simile ornamento. Non molti a dire il vero, ma tutti di grosso calibro, perché si tratta degli altri pianeti giganti, Giove, Nettuno e Urano.
Un ristretto gruppo di titani che sembravano aver fatto degli anelli il loro tratto esclusivo. A scompigliare le carte ci si è messo di recente un minuscolo asteroide, battezzato Chariklo, non misura più di 250 chilometri, che orbita nelle regioni più esterne del sistema solare, fra Saturno e Urano, a oltre un miliardo di chilometri dalla Terra.
Chariklo appartiene alla famiglia dei centauri, corpi celesti che, come i mitici personaggi, hanno caratteristiche comuni a due specie. Sotto certi aspetti questi lontani oggetti cosmici si presentano come una via di mezzo fra gli asteroidi e le comete
Questi oggetti spaziali hanno orbite instabili che si incrociano con quelle dei pianeti giganti. Come è facile immaginare, l’ ambiente è piuttosto turbolento e gli astronomi ipotizzano che i centauri si mantengano in queste orbite solo per qualche milione di anni, prima che le forti perturbazioni li spediscano verso altri lidi o a frantumarsi in un tamponamento siderale.
Rispetto ai loro cugini che popolano la zona fra Marte e Giove, i centauri sono meno numerosi.
Un team di astronomi dall’ osservatorio della Silla, in Cile, studiando il piccolo corpo celeste, ha scoperto la presenza di due anelli che lo circondano. Si tratta di due circonferenze larghe sette e tre chilometri e distanti nove chilometri l’una dall’altra.
“Per me è stato veramente sorprendente rendermi conto che siamo stati in grado non solo di rivelare un sistema di anelli, ma anche di definire che è formato da due anelli ben distinti ” è stato il commento di un ricercatore.
Una scoperta inattesa dunque, come detto gli anelli non sono una caratteristica così diffusa nel sistema solare. “ Non stavamo cercando anelli e non pensavamo che piccoli corpi come Chariklo ne avessero, perciò la scoperta – e l’incredibile quantità di dettagli che abbiamo osservato nel sistema – sono stati una vera sorpresa!”, ha commentato Felipe Braga-Piras, coordinatore del gruppo di ricercatori.
L’ origine di questi dischi di detriti è ancora un enigma e al momento vengono vagliate diverse ipotesi dai ricercatori. Potrebbero essersi formati dall’impatto di un asteroide minore sulla superficie, da una vicina collisione fra due corpi più piccoli, oppure da un oggetto spaziale fatto a pezzi dalle forze di marea di Chariklo.
La presenza degli anelli potrebbe portare, in seguito, alla formazione di un piccolo satellite intorno all’ asteroide. In fondo anche la nostra Luna potrebbe aver avuto origine da una analoga sequenza di eventi.