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Scritto da nel Numero 159 - Estate 2019, Scienza | 0 commenti

Duri e puri

Duri e puri

 

Una base lunare permanente ancora no, ma una colonia sul nostro satellite siamo riusciti a portarcela. Con una particolarità, gli intrepidi pionieri non sono esseri umani, ma minuscoli microrganismi dall’ aspetto paffuto che hanno già dimostrato in più occasioni di trovarsi a loro agio nello spazio.
Stiamo parlando dei tardigradi, o orsetti d’acqua, invertebrati che non superano il millimetro e mezzo di lunghezza, ma hanno una resistenza agli ambienti estremi impensabile per molte specie viventi, compresa quella umana.
Già protagonisti di diverse missioni spaziali, durante le quali se la sono cavata egregiamente, i tardigradi sono stati i primi esseri viventi terrestri a sbarcare in massa sulla Luna.
Il passaggio verso il nostro satellite glielo ha fornito la sonda privata israeliana Beresheet, di proprietà della società Spacell, che lo scorso aprile ha raggiunto la Luna. La conclusione del viaggio non è però stata quella che ci si aspettava, il lander si è schiantato sulla superficie del corpo celeste, nei pressi del Mare della Serenità.
Del carico di Beresheet facevano parte anche diverse migliaia di tardigradi. Non mancano i dubbi sulla loro sorte, ma questi piccoletti hanno già dimostrato di essere dei veri duri e potrebbero essere sopravvissuti al violento impatto.
I ricercatori sono concordi nel ritenere che i tardigradi, immersi in un profondo letargo, siano in grado di resistere anche una trentina di anni. Del resto sulla Terra sono stati rinvenuti negli ambienti più ostili, dall’ Antartide ai deserti.
Quanto a saper resistere in ambienti estremi i tardigradi sono in buona compagnia. E mai come in questo caso si può dire che piccolo è meglio. Un batterio, isolato in una sorgente idrotermale del Pacifico, cresce a riesce a riprodursi a una temperatura di 121 gradi. Altri microorganismi resistono a radiazioni letali o vivono tranquillamente in ambienti ad altissima acidità.
Per non parlare della resistenza alla pressione, dai fanghi della Fossa delle Marianne, il punto più profondo degli oceani, sono stati isolati migliaia di microrganismi vivi e vegeti.
Una capacità di adattamento naturale di fronte alla quale la tecnologica specie umana fa una ben magra figura.
Un’ incognita sul futuro dei pionieri di Beresheet è la totale mancanza d’ acqua sulla Luna. I tardigradi proliferano in pozze e ambienti molto umidi, basta un po’ d’ acqua per destarli dal loro letargo.
Gli organizzatori della missione ci hanno pensato e stanno ipotizzando una spedizione di soccorso che tra dieci o vent’anni vada a verificare se e come i tardigradi hanno resistito anche a questa prova.

 

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