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Scritto da nel Numero 159 - Estate 2019, Scienza | 0 commenti

1969 – 2019

1969 – 2019

Sono passati cinquant’ anni da quel passo, piccolo per l’ uomo, ma grande per l’ umanità, che incollò davanti ai televisori in bianco e nero di allora milioni di spettatori.

La celebre diatriba fra Tito Stagno e Ruggero Orlando, durante la diretta televisiva della Rai, sul momento esatto in cui Neil Armstrong posò il piede sopra il suolo lunare è diventata un cult nella storia della divulgazione scientifica.

Ma se quel 20 luglio del 1969 rappresentò, da un lato, l’ apice della popolarità per il nostro satellite, dall’ altro ne segnò l’ inizio del declino mediatico e non solo. Conclusa vittoriosamente la corsa allo spazio con l’ URSS, gli Stati Uniti chiusero il costosissimo programma Apollo tre anni dopo, nel dicembre del 1972.

L’ inizio della contesa era però stato favorevole ai sovietici. Dopo diversi fallimenti da entrambe le parti, nel 1959 furono loro a lanciare Luna 2, la prima sonda a posarsi sul suolo lunare.

In questi ultimi anni sul nostro satellite hanno puntato molto i paesi emergenti, soprattutto asiatici. Fra questi il più attivo è la Cina, che per prima è riuscita a far atterrare un lander sul lato nascosto della Luna.

Ma attualmente uno dei filoni di ricerca più attivo, e che suscita molto interesse anche fra i non addetti ai lavori, è quello verso corpi celesti che possono essere possibili culle di vita, come asteroidi, comete o satelliti di pianeti giganti. Basta ricordare lo straordinario successo delle missioni Cassini e Rosetta. Da questo punto di vista la Luna sembra essere fuori gioco. L’ ambiente lunare non offre molte speranze di sopravvivenza a malcapitati organismi.

E dire che il nostro satellite, considerata la sua vicinanza, è stato il primo corpo celeste a essere stato osservato e studiato fin dall’ antichità. In  Grecia già Democrito, 460 – 370 aC, aveva notato come la Luna sia montuosa. Delle montagne lunari Galileo cercò, circa venti secoli dopo, di calcolare l’ altezza. Cosa che riuscì a fare con notevole precisione, considerati gli strumenti dell’ epoca. L’ avvento del telescopio consentì agli astronomi di osservare molto più accuratamente la superficie della Luna. Le caratteristiche del suolo lunare, costellato di numerosi solchi e crateri, hanno portato all’ elaborazione di diverse teorie per spiegarne la natura. Oggi la più accreditata è che l’ aspetto butterato della Luna sia dovuto agli impatti con altri corpi celesti, ma in precedenza ne erano saltate fuori alcune piuttosto bizzarre. Nel 1822 un astronomo tedesco scrisse una relazione sulla presenza di una città lunare. In realtà aveva scambiato per cinte murarie delle dorsali montuose. Molto più di recente, anni ’50 del secolo scorso, un tale, forse più buontempone che scienziato, diede una spiegazione sull’ origine dei crateri lunari da fare impallidire i complottisti. Secondo lui sarebbero i segni di esplosioni atomiche, conseguenza di una guerra fra le due razze di uomini che una volta popolavano la Luna…

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